

Vogliamo iniziare la nostra riflessione sul Natale in maniera igniaziana.
Vi chiediamo dunque di chiudere gli occhi e con la forza dell’immaginazione e con il cuore di:
1) vedere i pastori - vedere la Madonna - Giuseppe e il Bambin Gesù;
2) notare, osservare, contemplare ciò che dicono;
3) guardare e considerare quel che fanno, il loro viaggio e la loro pena perché il Signore viene a nascere in un estrema e squallida povertà.
Riaprite gli occhi.
Ecco, quella scena, così come ve la siete immaginata è l’inizio di un dono, del regalo più bello fatto all’umanità: la certezza di un Dio che si dona, di un Dio che si offre, di un Dio che mostra il suo volto. Nella grotta di Betlemme Cielo e terra si toccano. Il Cielo è venuto sulla terra. Nella scomodità della capanna, come si direbbe oggi, priva di comforts troviamo Gesù Bambino. Le sue braccia sono aperte e tese verso Maria, Giuseppe, i pastori, verso ogni uomo che passa, verso di noi. Vuole attirare la nostra attenzione, di noi che siamo distratti, che corriamo dietro al tempo, tanto dimentichi di Dio! O piuttosto, che vorremmo volgerci a lui se non quando ne abbiamo bisogno.
Tu ci chiami.
Ci chiami ogni giorno della nostra vita intorno alla culla di Betlemme. La figura del Dio bambino se contemplata nella sua vasta dimensione, fuori dai panni, dalle pecorine, dagli angioletti, dalle statuette di gesso del bue e dell’asinello, e dei pastori che vagano sul muschio sotto le stelle di cartone diviene dichiarazione d’Amore. Quella grotta diviene fornace d’amore in cui tutto si compone e si sana, tutto trova senso e consolazione; tutto si comprende.
Il Natale ci ricorda che è il Dio infante che ha toccato l’umano nella fragile veste di neonato, di un lattante, di un bambino e poi successivamente come colui che predica, digiuna, prega, opera miracoli ed infine muore per noi. È un Dio insomma che non ha saltato le tappe, nasce in una grotta ma è il Re dell’Universo, nasce povero ma è il Re del Cielo. Egli si è umiliato nella carne, non è un Dio principe. Il Natale ci indica che:
Se il figlio di Dio è uomo, l’uomo è figlio di Dio;
Se il figlio di Dio lavora con le mani dell’uomo, le mani umane che lavorano diventano mani di Dio;
Se il figlio di Dio vive la sofferenza degli uomini, le sofferenze degli uomini sono redente.
L’entrata del nostro Signore Gesù nella storia è singolare; l’entrata di Dio come uomo distrugge tutte le impalcature mentale con cui l’uomo cerca di costruirsi un Dio Re.
Ciò che è povero, ciò che è piccolo agli occhi della carne, diventa grande a quelli della fede.
Nessun presepe, nessuna tela raffigurerà mai al meglio quella scena.
Il presepe più vero è quello che si celebra sull’altare: quei frammenti di Pane divengono il suo Corpo per nutrirci del Divino; quel Vino diviene Sangue che vuole bearci del suo Amore.
Accogliamo quotidianamente nella nostra umanità, nel nostro peccato che come la forza di gravità ci ancora al suolo, nell’oscurità del nostro cuore che è grotta quella luce che è Amore.
LA VERNA, è un luogo particolare per il nostro gruppo, già tappa fissa del nostro ritiro estivo, luogo ideale per l'unione del gruppo ma anche luogo dove pregare in silenzio a contatto con il creato e fuori dal caos cittadino. Ogni ritiro è diverso dall'altro, ma statene sicuri che questo sarà speciale.. "un regalo che Gesù ci farà in anticipo"
Il 06 e il 07 dicembre 2008 avremo modo di affrontare un tema molto delicato al giorno d'oggi: La Chiesa secondo San Paolo Tutti uniti a servizio di Tutti, relatore Don Giovanni d'Ercole.
Siete tutti invitati a partecipare!
06 dicembre
ore 21:00 S.Messa e prima meditazione
07 dicembre
ore 10:00 S.Messa - ore 11:00 seconda meditazione
ore 15:00 S.Rosario - ore 16:30 terza meditazione
ore 17:00 Adorazione Eucaristica ore 18:00 Vespri e Conclusioni
Il tutto avrà luogo presso la Chiesa di San Paolo a Pistoia
Un Anno intero dedicato all'Apostolo Paolo, l'Apostolo delle Genti, una delle figure più grandi dell'intera storia cristiana, l'amante e l'impareggiabile cantore di Cristo... le parole più opportune per iniziare quest'anno a lui dedicato potrebbero essere le stesse che egli indirizzò ai cristiani di Corinto: "fatevi miei imitatori come io lo sono di Cristo" (1 Cor 11,1).
Anche se a distanza, Paolo è l'immagine speculare di Gesù.
Al termine di un lungo cammino spirituale egli potrà dire che "non è più lui che vive, ma è Cristo che vive in lui". IN QUEST'ANNO PAOLINO, QUESTO è L'AUGURIO CHE I GIOVANI DELLA FRATERNITà RIVOLGONO A TUTTI I CRISTIANI!!
VI INVITIAMO AI SEGUENTI INCONTRI CHE SI SVOLGERANNO PRESSO LA PARROCCHIA DI S.PAOLO:
- 9 OTTOBRE 2008 ore 21:00
"l'ebreo Saulo incontra il Signore" relatore
prof.Padre Filippo Belli
- 9 NOVEMBRE 2008 ore 21:00
"la fine del mondo e il ritorno di Cristo" relatore
Mons. Giordano Frosini
- 22 GENNAIO 2009 ore 21:00
"la fede, un tesoro in vasi di creta" relatore
prof. don Cristiano d'Angelo
- 27 GENNAIO 2009 ore 21:00
"egli è morto e ha dato se stesso per me" relatore
Sua.Eccellenza.Mons.Mansueto.Bianchi - 17 APRILE 2009 ore 21:00
"la resurrezione di Cristo e la nuova vita dei cristiani" relatore
don Giorgio Mazzanti
Risalirò col suo peso sul petto come una carpa il fiume
mi spalmerò sulla faccia il rossetto per farlo ridere
per lui poi comprerò sacchetti di pop-corn, potrà spargerli in macchina,
per lui non fumerò a quattro zampe andrò e lo aiuterò a crescere
Lui vive in te si muove in te con mani cucciole è
in te respira in te gioca e non sa che tu vuoi buttarlo via...
La sera poi con noi due farà il bagno e vi insaponerò
Per lui mi cambierò la notte ci sarò perchè non resti solo mai
Per lui lavorerò, la moto venderò e lo proteggerò aiutami
Lui vive in te lui ride in te o sta provandoci è
in te si scalda in te dorme o chissà lui sta già ascoltandoci
Lui si accuccierà dai tuoi seni berrà con i pugni vicini
tra noi dormirà e un po' scalcerà saremo i cuscini noi due yehaa...
Il figlio che non vuoi è già con noi..
Lui vive in tesi culla in te con i tuoi battiti
è in te lui nuota in te gioca chissà è lui il figlio che non vuoi...