giovedì 23 ottobre 2008

L’immigrazione come Esodo


"Un'esperienza albanese a Pistoia"

Gli albanesi quando arrivarono in Italia in cerca di lavoro hanno avuto un impatto non sempre facile, soprattutto nei primi anni. Queste difficoltà di integrazione erano dovute al fatto che la repressione subita nel crudele regime comunista non ha permesso alle persone una crescita libera e armoniosa della personalità . L’immigrazione è stata dovuta dalla mancanza di una politica economica che permettesse all’Albania di rialzarsi socialmente, permettendo la nascita di attività lavorative. Per conoscere bene gli immigrati è importante sapere la loro storia di provenienza. Quello che è accaduto all’Albania durante il periodo comunista, vorrei descriverla con le parole vere e profonde dell’amato Papa Giovanni Paolo II durante il suo viaggio apostolico in Albania nell’aprile del 1993.
<<Cari Fratelli e Sorelle albanesi, voi avete sofferto per la vostra Nazione. Avete dunque ragione di amarla con passione. Quella del vostro popolo è stata una vera sconvolgente tragedia sotto i rigori dell’oppressione comunista. Terribile era, in effetti, l’immagine della vita umana nei regimi totalitari come quello che voi avete conosciuto, nel quale si privava l’uomo di uno dei suoi diritti più fondamentali: la libertà del proprio giudizio e della propria azione; la libertà di coscienza. Privazione, questa, che non di rado ha assunto carattere di indicibile brutalità. Non sono forse state chiuse le chiese di ogni confessione e persino condannati a morte i sacerdoti che osavano amministrare i sacramenti? Non sono forse stati perseguitati i credenti, imprigionati, osteggiati in ogni modo? Nella vostra terra, flagellata più che altrove dalla persecuzione, è facile allora riconoscere i segni delle antiche catacombe cristiane e dei circhi, nei quali i testimoni di Cristo venivano gettati per essere sbranati dalle fiere. Si è trattato di una dura lotta contro la religione, in linea con un intoccabile dogma del programma sociale e politico propugnato dall’ideologia comunista. Sembrava quasi che il mezzo più necessario per realizzare l’auspicato e sbandierato "paradiso sulla terra" fosse quello di privare l’uomo della forza che egli attinge da Cristo, forza decisamente condannata come debolezza indegna della persona. In realtà, più che indegna, era piuttosto scomoda, come i fatti hanno poi dimostrato: l’individuo umano, infatti, forte dell’energia che gli proviene dalla fede, non permette facilmente di essere spinto nell’anonimato collettivo (cf. 2 Cor 12, 9). Quanto è avvenuto in Albania, carissimi Fratelli e Sorelle, mai era stato registrato nella storia. È vero, anche durante l’impero romano si sono avute persecuzioni brutali nei confronti dei cristiani: si trattava, però, di uno Stato che, in nome della religione – quella pagana – combatteva gli aderenti al Vangelo di Cristo. Qui, invece, lo Stato ha cercato di annientare qualsiasi espressione religiosa in nome di un ateismo radicale, assurto a sistema universale e totalizzante. Tutto ciò succedeva senza che nessuno potesse intervenire a difesa della dignità di uomini privati di tutto, spogliati persino della loro stessa "umanità", della loro libertà. Il vostro dramma, pertanto, carissimi Albanesi, interessa, deve interessare, l’intero Continente europeo ed è necessario che l’Europa non dimentichi. Questa, infatti, sembra essere oggi la tendenza: voltare rapidamente pagina, scordando quel che è stato, per guardare avanti. Atteggiamento, sotto un certo aspetto, giusto e persino necessario, ma a patto che si conservi sempre viva la memoria dell’esperienza maturata in precedenza. È questa, infatti, la condizione necessaria per non incorrere negli stessi lacrimevoli errori, ed è il presupposto di un autentico processo di riconciliazione >>.
Dopo la libertà ritrovata e l’integrazione nella vita sociale ed economica italiana, noi albanesi sentiamo il bisogno di raccoglierci per radicarci più profondamente nella fede di Cristo, per affrontare le sfide dei nostri tempi che risultano rischiosi per la perdita della nostra identità cristiana e umana, difficili per la famiglia e l’educazione dei figli. Proprio da queste considerazioni e dalla testimonianza di fede ricevuta è nato nella città di Pistoia un gruppo di preghiera – in lingua albanese – consacrato alla "Madre del Buon Consiglio" Patrona dell’Albania che ha come fine l’incrimento della fede e il sostegno delle famiglie degli emigrati. Ispirandosi poi all’Enciclica "Deus Caritas Est" di Benedetto XVI è nata la "Fraternità Giovanile del Cuore di Cristo". Entrambe queste realtà sono sotto la direzione spirituale della Fraternità Apostolica di Gerusalemme.

1 commento:

Anonimo ha detto...

MA NN AVETE MEGLIO DA FARE CHE PREGARE CISE CHE NN ESISTONO